Adoption yes Abduction no

 

Immagine ricavata da foto gentilmente concessa da "Italia In Miniatura"

Immagine ricavata da foto gentilmente concessa da “Italia In Miniatura”

Il tema delle adozioni è molto discusso in questi giorni, involontariamente questo pezzo parla di un argomento attuale. Adozioni vere od a distanza, adozioni all’interno dello stesso Paese od internazionali, adozioni di bambini piccoli o grandi, adozioni da parte di coppie etero, gay o da parte di single: gli elementi su cui dividersi non mancano.

L’adozione a distanza è un metodo abbastanza veloce per dare una mano ad un minore in difficoltà, l’ho fatta anch’io insieme a dei miei ex colleghi di lavoro fino a che la ragazza non è diventata adulta. Tuttavia non da all’adottato quel naturale affetto che solo un genitore che ti sta vicino può dare e neanche fa sentire madre o padre chi compie questo bellissimo atto. Resta comunque una valida forma di aiuto. Sicuramente un’adozione diretta e di un bambino della stessa comunità sarebbe perfetta dal punto di vista culturale ma è una difficile combinazione perché le maggiori richieste di adozione vengono dalle aree del mondo più ricche, i bambini che più facilmente rimangono soli sono quelli nelle aree più povere. E’ quindi difficile mantenere la stessa nazionalità, figuriamoci la provenienza dallo stesso comune o regione. L’importante è dare una nuova famiglia a chi per tante e diverse ragioni non ce l’ha dalla nascita o più tardi. Sì perché le adozioni, lo sappiamo bene, non avvengono quasi mai per bambini appena nati anche se più il minore è piccolo e più facilmente si adatta alla nuova situazione. Il miglior momento è fino a quando ancora non sia ha piena coscienza del fattore famiglia perché così non si vive il cambiamento e perché non si è passato alcuni anni in ambienti spesso non facili come gli orfanotrofi, specie quelli di certi Paesi. Ovviamente si deve dare una casa a tutti, piccoli e grandi e si deve limitare il tempo perso per motivi burocratici una volta sancita l’adottabilità e la possibilità di adottare da parte della famiglia. Già, qui entriamo in altri due aspetti della questione: chi è veramente adottabile e chi può veramente adottare? A mio avviso è adottabile il bambino che è stato abbandonato e chi viene per legge sottratto da un contesto familiare difficile dal punto di vista comportamentale od economico. In quest’ultimo caso la definitiva perdita di un figlio, almeno da un punto di vista legale, deve essere sancita oltre ogni ragionevole dubbio, in presenza della minima incertezza meglio optare per l’affidamento. Per quanto mi riguarda può adottare un bambino qualsiasi famiglia etero composta da membri adulti ma non anziani, che abbiano dimostrato una certa rettitudine, forte volontà di compiere un atto non facile ed un minimo di solidità economica. Non ho niente contro le coppie di anziani, quelle gay o contro i single (lo sono anch’io) ma un bambino che proviene da un orfanotrofio è spesso un bambino difficile, a volte già con qualche complesso e penso che debba entrare in una situazione familiare la più lineare possibile e sovente anche questa non basta. Questo mio giudizio non è suffragato da studi di psicologia, non ho certezze, e spero che un giorno tale materia dia una risposta unitaria (non facile nelle scienze umane). Di sicuro sull’argomento non possiamo affidarsi ai talk show che ogni tanto lo affrontano.

Riassumendo l’adozione è un atto bellissimo ma deve rispettare sempre dei criteri precisi, non si deve mai forzare altrimenti si rischia di arrivare ad una sorta di rapimento, ad una sottrazione di minore legalizzata. La similitudine o quanto meno l’assonanza delle due parole in Inglese è una coincidenza che aiuta a riflettere. Inoltre, se non viene scelta una coppia giusta, il minore, per motivi diversi, può continuare a soffrire almeno psicologicamente.

Come sempre un salutone a tutte/i!!!

Joseph Gary

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