Be glocal!

Be “glocal” ovvero seguire le tradizioni tramandate dai nostri padri o del luogo scelto o sentito come proprio, ma allo stesso tempo aprirsi al mondo ben al di là dei meri confini nazionali.

Rispettare le tradizioni della propria comunità significa partecipare alla vita sociale, condividere emozioni con gli altri, alimentare il ricordo del passato, proprio e della storia del tuo comune. Vuol dire non vivere da soli ma insieme agli altri senza stare ore davanti alla televisione o davanti al computer che ci fanno perdere la dimensione con la vita reale, il contatto con gli altri. I mass media ed internet devono essere un mezzo per incontrarsi ma spesso rischiamo di subirne un’ influenza negativa; il parlare, il guardarsi negli occhi rimane fondamentale anche per evitare certe storture. Confrontarsi con le persone a te vicine vuol dire scambiarsi le opinioni, esperienze, vuol dire crescere. Essere “glocal” vuol dire anche partecipare alla vita politica della tua comunità, darle nel limite del possibile il proprio contributo di tempo ed idee. Essere “glocal” significa anche essere attento al proprio ambiente, rispettarlo non deturparlo in quanto facente parte della propria dimensione collettiva come se fosse tuo. Aiuta chi ti sta vicino anche se non fa parte della tua famiglia: stai tranquillo che questa persona si ricorderà di te e ti verrà incontro in caso di bisogno . Questo non potrà che migliorare la vita di ognuno di noi, vuol dire migliorare il livello della propria società.

Ma avere la doppia dimensione locale e globale, vuol dire anche aprirsi a chi magari solo inizialmente non fa parte della tua comunità: mostrate le vostre tradizioni, la propria storia e cultura ed al tempo stesso cerca sempre di conoscere, capire, valutare tutto quello che proviene da regioni, stati o continenti diversi. Sappiamo bene come anche questo come possa arricchirci e farci vivere in armonia con gli altri, specialmente quando una persona che viene da un’altra comunità decide di vivere dove vivete voi. E’ sempre bello sapere che qualcuno ha scelto di vivere nella vostra città perché gli piace il posto e gli piace le sue abitudini, la sua gente! In fondo Comunità In Fermento idealmente pensa che ogni comunità sia un punto, un elemento di un sotto insieme chiamato Europa che a sua volta fa parte dell’ insieme chiamato Mondo. Riteniamo fondamentale perciò che ci si sforzi di imparare una lingua straniera, oltre che mantenere vivo il proprio dialetto e parlare bene la lingua del proprio paese in segno di rispetto di chi vive nelle altre regioni della stessa nazione. Per quanto riguarda la scelta della lingua straniera, come tutte le scelte della nostra vita per noi è libera, ma, piaccia o no, la lingua europea per eccellenza e che ci permette oggi di comunicare con persone provenienti da tutto il mondo è l’Inglese. E’ in fondo questa una lingua che deriva dalla somma di più lingue europee, è considerata una lingua germanica ma l’influenza del latino è notevole. Sembra proprio essere “la lingua più vicina alle altre” e consideriamo chiuso e non realistico l’esperimento “esperanto”. Un altro bell’esempio di quello che vuol dire essere “glocal”, di questo mantenere le due dimensioni ci viene dall’economia. Siamo in favore di una economia possibilmente basata sulla compravendita di beni prodotti nel posto più vicino a dove si vive per quello che riguarda il comparto agro-alimentare. Ci sembra assurdo vivere in Europa e comprare frutta dall’Australia. Questo non vuol dire però scivolare nell’autarchia e quindi per noi è altrettanto scontato che rimanga ferma la possibilità di scelta, specie in quei settori dove ci può essere una reale competizione solo a livello internazionale. E’ il caso questo del settore automobilistico: nessuno può imporci di comprare la Fiat di Marchionne….Ma inquinare l’ambiente con i mezzi di trasporto per far venire i pomodori dalla Cina o le arance dall’Australia ci sembra proprio una di quelle cose dell’economia globale abbondantemente criticabile.

Infine, utilizziamo questo spazio per informarvi che per ora è nostra intenzione scrivere una volta al mese (ci scusiamo del ritardo nel mese di ottobre) e che dovremmo presto avere una bella immagine iniziale e la traduzione in inglese dell’articolo introduttivo anche perché dopo quanto scritto ci sembra il minimo…Insomma, nell’attesa anche del vostro contributo, siamo ancora in regime di “lavori in corso”.
Un caro saluto a tutte ed a tutti e…….Be glocal!

J. G.

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